Gustosissima anguria, il dono fresco dell'estate.


Quando spesso pensiamo al periodo estivo e al caldo, la maggior parte delle immagini che ci vengono alla mente riguardano certamente l'anguria. Un frutto gustoso e fresco che piace indubbiamente a piccoli e grandi, mezzo molto valido per combattere l'afa e sopperire alla necessità di introdurre molti liquidi.
Potremmo affermare che la storia dell'uomo e quella dell'anguria si siano intrecciate già da molto tempo, sebbene infatti il periodo della sua introduzione in Europa è incerto, molti studiosi sono concordi nel porlo dopo il XII secolo, a opera degli Arabi.
Nonostante ciò, una testimonianza scritta certa che documenta la presenza di questo straordinario prodotto fuori dal territorio europeo è del XIX secolo ad opera di David Livingstone (Blantyre, Glasgow 1813 - Citambo, Rhodesia sett. 1873), medico ed esploratore scozzese, che ne documentò la crescita abbondante nel deserto del Kalahari, da dove presumibilmente ha avuto origine.




Diversi sono i nomi che nel corso dei secoli sono stati inventati per questo straordinario prodotto. Come ho già accennato il suo legame con la storia dell'uomo ha radici profonde e ben salde, che affondano già nelle culture del Mediterraneo. Secondo le credenze egiziane infatti, poiché nasceva dal seme del dio Seth, divinità del deserto, della siccità, della bufera, delle forze della natura ma anche dei morti, veniva spesso posto nelle tombe come forma di nutrimento per l'aldilà e cibo dal chiaro significato simbolico. La sua presenza è confermata anche dalla Bibbia quando, parlando degli Ebrei in cammino nel deserto tra caldo, privazioni e dure prove, si afferma che essi rimpiangevano i cocomeri che potevano mangiare in Egitto.
Come ho già avuto modo di accennare, è da sempre utilizzato come efficace rimedio per combattere il caldo e il forte bisogno di dissetarsi ma nei secoli scorsi è stato associato, la maggior parte delle volte, al popolo e ai ceti bassi (chiaramente consumato così com'è, non trasformato).
A tal proposito famosa è la figura del cocomeraio che divenne protagonista in rappresentazioni pittoriche, letterarie, folkloristiche ma anche e soprattutto nei documenti dei Grand Tour che avevano l'obiettivo di analizzare e imprimere sulla carta non solo le bellezze passate dell'Italia ma anche le abitudini alimentari (la maggior parte delle volte incomprese!) del nostro Sud. Così, tra vicoli, piazze e mercati, non poteva certo mancare la presenza del cocomeraio che con le sue grida e i gustosi prodotti attirava uomini e donne.


(Estevao Silva, Still Life, 1889, Museum Afro Brasil)


A volte però, come per altri alimenti, questo frutto può fungere da elemento identitario ma non in senso negativo, bensì positivo. E' il caso di "U gelu di muluni" (gelo d'anguria), dolce gustosissimo e assolutamente rinfrescante tipicamente siciliano, preparato per i festeggiamenti di Santa Rosalia. Un ottimo modo per concludere i pasti di ricorrenze speciali e, al tempo stesso, rinfrescarsi dalla calura estiva. Una preparazione a cui venivano aggiunti anche pezzettini di cioccolato per arricchirla e simulare i semi e che la rendevano di certo non alla portata di tutti. E' attualmente presente nelle proposte gastronomiche siciliane, simbolo (fortunatamente) di un filo conduttore che unisce il passato al presente e non si è ancora spezzato.
Oggi l'anguria è diventata un must estivo, come del resto ho ricordato nella parte introduttiva dell'articolo; le proposte gastronomiche e di abbinamento sono tra le più varie e vanno da macedonie a gelati, sorbetti fino a raggiungere abbinamenti audaci con pesci come il tonno crudo.
L'arte ha voluto documentare i simbolismi e la presenza di questo prodotto nella storia e nella società, ne è un esempio la proposta che ho voluto inserire in questo approfondimento.
Anche nei film la nostra protagonista è presente, non solo come immancabile elemento dei costumi targati anni Cinquanta e Sessanta ma anche, attraverso simbolismi erotici, nella filmografia odierna. Un esempio ci può essere fornito dal film metà cinese e metà francese "Il gusto dell'anguria", del 2005, un mix tra comicità ed irriverente erotismo.
Gusto, passione e freschezza che ristora non solo la nostra estate ma anche e soprattutto la cultura... anche con la calura estiva!

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