Kiwi: storia recente di un prodotto antico.

Si raccoglie tra settembre e ottobre questo frutto curioso e dalla polpa verde, che molti sempre più amano.
Esso è un dono della natura molto antico ma paradossalmente recente, ovvero: la conoscenza di questo prodotto in Europa si ha a partire dagli anni Cinquanta (più o meno), ben diverso è il discorso per i paesi orientali.
In Cina il suo utilizzo non si limitava unicamente al campo alimentare ma sconfinava anche in quello medico, la prova di ciò la troviamo all'interno dei testi di medicina tradizionale in cui il suo utilizzo era consigliato come ricostituente per le donne dopo il parto. Presso le famiglie nobili, invece, esso era considerato una prelibatezza e simbolo di prestigio.
Non furono però queste terre a fare da imput culturali e commerciali per la diffusione di questo prodotto ortofrutticolo.  Fu grazie alla Nuova Zelanda che il nostro protagonista si diffuse e soprattutto venne conosciuto nel resto del Mondo.

(Andrea Palermo)

La sua avventura in questi luoghi ha inizio tra il XIX e il XX secolo e, più precisamente, nel 1904 quando Isabel Freser, insegnante nella città neozelandese di Wanganui, ritornò da un viaggio in Cina con i semi di actinidia deliciosa (ovvero la pianta del kiwi).
Fu proprio grazie a questo piccolo gesto che ebbe inizio la sua avventura nel territorio neozelandese e poi in Europa.
Il suo utilizzo iniziale fu come pianta ornamentale e solo successivamente sarà considerato anche in campo alimentare.
Nel 1924 a Avondale (Nuova Zelanda), uno studioso di agricoltura e botanico, Hayward Wright, membro della Royal Horticultural Society of Britain, inviò alcuni esemplari della pianta (a cui diede il proprio nome) alla Chico Plant Introduction Station in California. Dieci anni più tardi, ovvero nel 1934 MacLouglin ne piantò una nel suo terreno a The Puke, nella regione Bay of Plenty, estremo nord dell'isola settentrionale; sarà la sua particolare produttività, dovuta anche al terreno vulcanico e al clima a spingere quest'ultimo ad aumentare considerevolmente le coltivazioni di questo frutto.
Bisognerà aspettare il 1952 per veder sbarcare il nostro protagonista anche in Europa per merito dello stesso MacLouglin. Per rilanciarne il commercio infatti, ne vennero esportati al mercato di Covent Garden a Londra venti casse che piacquero così tanto che l'acquirente ne ordinò immediatamente 1500 casse per la stagione seguente.
Solo nel '59 nacque il nome che tutti noi conosciamo e che deriva dall'uccello simbolo della Nuova Zelanda e anche dal nome della moneta locale.
Ho voluto parlare di questo frutto perché la cultura gastronomica non si basa solo di prodotti dalla storia millenaria ma anche di quelli la cui storia sul nostro territorio è più recente.
E' il fondersi dei due mondi: quello radicato nella cultura e nelle tradizioni e quello nuovo, ancora tutto da scoprire, che genera un panorama poliedrico ma fortemente interessante.
I meccanismi attraverso cui le diverse realtà non solo convivono ma si integrano generando nuovi sviluppi, fa capire come questo panorama "cultural-gastronomico" sia tutto in divenire, e il bello è che siamo noi a farlo! Sapremo assumerci questa responsabilità?!

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